Best 12 quotes of Martyn Bedford on MyQuotes

Martyn Bedford

  • By Anonym
    Martyn Bedford

    Anche se Uman mi aveva già dimostrato la sua capacità di essere giù di morale, non era mai stato così depresso o così a lungo. Non con me. Ho ripensato a tutti quei giorni in cui non si era presentato a scuola e mi sono chiesta se anche allora fosse stato così. Ti prego, torna te stesso, mi sono sorpresa a sperare. Ma ovviamente, lui era se stesso. Anche quella era una parte di Uman. Se ami qualcuno – e io lo amavo, lo amo – devi amare tutto di quella persona, le cose brutte oltre a quelle belle. Ma è difficile, se quella persona si chiude in se stessa e ti esclude

  • By Anonym
    Martyn Bedford

    Ci eravamo detti «ti amo» un mucchio di volte dalla dichiarazione di Uman al bancomat di Bristol. Come se avessimo scoperto un nuovo, fantastico gusto di gelato e non potessimo resistere a mandarne giù un’altra cucchiaiata ogni volta che ne avevamo voglia. Non mi ero mai innamorata prima, e nemmeno ero mai stata amata. Ma sapevo già più cose dell’essere innamorati di chiunque altro

  • By Anonym
    Martyn Bedford

    Ed è allora che noto una cartolina, seminascosta fra due cose da buttare. La tiro fuori. La fotografia sul davanti mostra una gola dalle pareti a picco con un sentiero angusto che si snoda sul versante roccioso e molto, molto più in basso, il nastro bianco di un fiume. Nella striscia di cielo azzurro e terso sopra la foto la didascalia recita: El Caminito del Rey, Andalusia. La mano mi trema talmente che quando giro la cartolina rischio di farla cadere. Ho visto la sua scrittura una volta soltanto, sui foglietti dei «posti felici» che mi aveva mostrato dopo che avevamo estratto «Bryher», ma la riconoscerei ovunque. Tre parole. Una sottolineatura. E un punto di domanda. Vorresti essere qui?

  • By Anonym
    Martyn Bedford

    Era come se stare su quel promontorio – sferzato dal vento, levigato dalla schiuma del mare – avesse portato via tutti i residui dei giorni precedenti per lasciarci freschi e vivi e dinamici. Non sono mai stata più piena di vita di quando ero lassù, con Uman, e quella sensazione mi ha pervasa per il resto della giornata e per buona parte di quella successiva. Le nostre ultime ore sull’isola. Lo stesso valeva per lui. Gliel’ho visto negli occhi. Lo stesso valeva per noi. Come se fossimo stati fatti a pezzi e poi rimessi insieme. È stata la nostra ultima mattina, anche se noi non lo sapevamo. Perlomeno io. Se Uman lo sapeva già, lo ha nascosto bene. O forse sono io che non ho voluto notare la differenza in lui.

  • By Anonym
    Martyn Bedford

    Hanno avuto troppa paura di avermi persa per sempre. E poi sono tornata. E' un miracolo. Io sono un miracolo. E loro non riescono a credere che non sparirò un'altra volta. E' buffo, io non mi sono mai considerata scomparsa. Come si sparisce da se stessi?

  • By Anonym
    Martyn Bedford

    Mi dispiace davvero tanto. Ti ho rovinato il tuo posto felice.» «Uman, non hai niente di cui scusarti. In quel momento era un’ottima idea, quella di venire qui, ma poi non lo è stata più. Tutto qui.» Ho intrecciato il mignolo al suo. «E comunque, non sono i posti a essere felici. Sei tu che devi portarti dietro la felicità, oppure crearne una scorta nuova ovunque ti capiti di trovarti.

  • By Anonym
    Martyn Bedford

    «Mi piace. Quando parlo con te mi sembra di essere più intelligente. Mi costringi a pensare.» «Pensare è una bella cosa» ha osservato Uman. «Pensare ci piace.» Quello che avevo detto era vero. Tutte le volte che ero con lui mi sentivo più intelligente, più acuta, più spiritosa. Mi sentivo tirata al limite. Le nostre conversazioni erano casuali, ma sotto la superficie ribolliva sempre qualcosa. Un «sottotesto», lo avrebbe probabilmente definito Uman.

  • By Anonym
    Martyn Bedford

    Noi siamo la somma delle nostre scelte. A vederla così, è possibile essere chiunque si voglia essere, vivere qualsiasi vita si voglia vivere. Più o meno. Quell’ultima sera, a Bryher, ho avuto la possibilità di scegliere, quando Uman ha parlato di rubare una barca. Tutto quello che dovevo fare era dire la parola che lui sperava di sentire. Sì. Ho avuto la possibilità di scegliere – più tardi, quella notte – quando ero sulla spiaggia, ad ascoltare il rumore del motore e a guardare nel buio per cercare di scorgerlo un’ultima volta. Non dovevo fare altro che sollevare la torcia. Puntarla sull’acqua. Fargli un segnale prima che fosse troppo tardi. Torna a prendermi. Portami con te. Queste scelte non ci sono più. Ma ce ne saranno altre. Migliaia e migliaia di scelte

  • By Anonym
    Martyn Bedford

    Per un attimo penso di non risponderle. Alla fine però lo faccio. Magari non sembrerà granché coerente, ma cerco di spiegare che invidiavo Uman perché sapeva spezzare i vincoli che la vita ci impone. Perché sapeva essere quello che voleva e se ne fregava di cosa gli altri pensavano di lui. Che conoscere Uman mi aveva fatto capire quanto ero diventata prevedibile.

  • By Anonym
    Martyn Bedford

    Quando ti piace uno, diventi un po’ come lui. È proprio vero: mi piaceva Uman ed ero diventata un po’ come lui. Però ero diventata anche un po’ come me stessa, o comunque come lo spirito libero che ero da piccola. Con Uman avevo riscoperto quella prima versione di me. Avevo dimenticato quanto mi piaceva quella «me». Ma non puoi continuare ad avere sette, otto, nove, dieci anni per tutta la vita, giusto? E non puoi neppure scappare. Non per sempre, neppure per tanto tempo. Non quando hai quindici anni. Forse mai. Il mondo che Uman mi aveva mostrato era un mondo falso, adesso lo capisco. False speranze. False promesse. Non potevo traboccare di vita come lui, non potevo essere così intensa, così trasgressiva, così indifferente alla vita e alla morte. D’accordo, per un po’ siamo stati felici insieme, ma quella felicità non portava da nessuna parte.

  • By Anonym
    Martyn Bedford

    Se Uman non aveva preso la tenda, non poteva avere davvero lasciato l’isola senza di me. O averla lasciata e basta. Un’altra delle bugie che mi sono detta. Ha abbandonato la tenda perché non avrebbe potuto prenderla senza svegliarmi, senza dirmi quello che stava facendo. Aveva abbandonato la tenda proprio perché voleva partire senza di me. Come deve essere sgusciato via silenziosamente, cautamente, per non disturbarmi. Per evitare di dovermi chiedere: «Vieni con me?» Per evitare di dovermi dire addio

  • By Anonym
    Martyn Bedford

    «Stavamo parlando di te» mi ha detto. «Com’è che siamo tornati a parlare di me?» «Perché tu sei uno con il tetto a strisce mentre il mio è di un banalissimo grigio.» «No, non dentro di te. Dentro di te, Gloria, tu sei un caleidoscopio di rosa e viola. Davvero, però, che motivo ho di essere stufa?» «L’infelicità non è una scelta razionale» ha detto Uman. «Neppure la felicità. Non si può decidere di non essere infelici come non si può decidere di non essere stanchi dopo avere dormito male per tutta la notte.» Era vero? Sembrava che dovesse esserlo....